Artista
Sema Lao è una giovane artista nata in Francia nel 1987. Vive e lavora a Limoges, in Francia.
Ha iniziato a dipingere molto giovane, da autodidatta, sperimentando diverse tecniche. Ha sempre avuto una grande attrazione per il colore, che nel tempo l’ha portata a sperimentare tecniche diverse, dall’olio all’acrilico, dall’acquerello al pastello. Questo aspetto le ha permesso di sviluppare le sue nozioni in materia di colori e proporzioni. Inizialmente, come racconta in un’intervista, realizzava soprattutto disegni accademici, ovvero ridisegnava tutti i ritratti e le foto che trovava, dirigendosi verso il vero e proprio fotorealismo. Con il tempo ha deciso di mettere in evidenza il suo sentimento interiore, rendendo il suo lavoro più personale e spontaneo.
Anno cruciale per la sua carriera è il 2011 quando prende per la prima volta una bomboletta in mano. Rapita dalle mille possibilità che questo medium artistico propone, Sema decide di dedicarsi completamente all’arte, dipingendo muri ed esponendo le sue opere in giro per il Mondo.
Tema ed esegesi dell'opera
Piccola esegesi: c’è poco da spiegare, stiamo parlando infatti di due simboli della città di Forlì (nonostante qualcuno durante la lavorazione ci intravedesse Padre Pio e Madre Teresa di Calcutta): Aurelio Saffi e sua moglie Giorgina. Disegnati da Sema alla pari, proprio perché alla pari erano: nonostante la storia abbia riportato sui libri le scelte politiche di Aurelio è indiscutibilmente Giorgina la protagonista della famiglia. Figlia di padre scozzese fu tra le prime donne in Italia a lottare per i propri diritti, fin dalla scelta di sposare Aurelio contro il volere del padre. Con Aurelio, Giorgina collaborava e discuteva di temi culturali, politici e sociali e Mazzini le si rivolse per raccogliere fondi per finanziare i suoi progetti insurrezionali. Giorgina Saffi, inoltre, prese parte al Partito d'azione e, nel 1860, si diede ad organizzarne il ramo femminile. Patriota e scrittrice, dopo l'unità d'Italia, divenne presidente della società di mutuo soccorso femminile di Forlì che diede vita ad un giardino d'infanzia d'avanguardia, per quell'epoca.
Il Muro, il Contesto e le Storie
In una serata di maggio Sema è arrivata a Forlì con il compagno e la bimba di pochi mesi e questa presenza ha caratterizzato l’organizzazione del festival per un paio di settimane. Mentre Sema saliva e scendeva dall’elevatore al ritmo delle poppate il compagno girava ininterrottamente per il centro della città per fare dormire la piccola, diventando profondo conoscitore di ogni anfratto di corso Mazzini. Il tutto rallegrato dalla vivacità del personale e dei clienti del barbiere di via dei Filergiti che si divertivano ad osservare questa giovane mamma che graffitava personaggi di dimensioni immense. Dalla finestra di fronte Mattia ci mandava foto ultrascenografiche e ci accoglieva volentieri per insperati caffè e per condividere chiacchiere sulle ultime serie tv. Il muro è quello della discoteca ControSenso (o Accademia, o come volete a seconda dell’epoca in cui l’avete frequentata) e la scelta era quella di decorare quell’immenso spazio per omaggiare il nostro concittadino più famoso (alla faccia di quel signore di Predappio) ma anche per incuriosire i tanti giovani che accedono a quel luogo e magari spingere qualcuno a chiedersi chi fossero qui soggetti che alla loro età hanno contribuito a costruire l’Italia che conosciamo oggi.